Vertenza Network Contacts: il successo dello sciopero, l’insuccesso del tavolo in prefettura

Taranto -

Lo sciopero di martedì 22 maggio è stato un successo importante sia per l’adesione sia per la presenza in piazza. Le lavoratrici ed i lavoratori hanno avuto la dimostrazione della loro forza quando lottano uniti. Al contrario, i vertici regionali di Cgil Cisl Uil non sono stati all’altezza dei lavoratori, visto che i trasferimenti non sono stati ritirati ma, di fatto, solo congelati in attesa di una trattativa che si deve concludere entro il 9 giugno, come da richiesta dell’azienda e confermato dal direttore generale in una e-mail recapitata a tutti lavoratori ieri sera alle ore 20:11.

Al di là della retorica della “grande vittoria”, il confronto dunque riprenderà sotto la scure di una nuova minaccia: una scadenza perentoria (9 giugno) entro la quale raggiungere un’intesa, per scongiurare nuove iniziative unilaterali di Network Contacts.

Un nuovo “ricatto” aziendale che rispediamo al mittente. Se poi i sindacati “concertativi” pensano di utilizzare la mobilitazione coraggiosa dei lavoratori di Network Contacts per arrivare ad un nuovo accordo in stile ottobre 2019 o per addebitare a tutti i cittadini, tramite finanziamenti pubblici, le presunte difficoltà economico-finanziarie dichiarate dall’azienda, sappiano che troveranno la ferma opposizione dell’Unione Sindacale di Base.

Le lavoratrici e i lavoratori hanno fatto fin troppo la loro parte con l’accordo scaduto qualche mese fa che ha permesso all’azienda un risparmio di 14 milioni di euro. Ora è il momento che Network Contacts applichi il contratto nazionale in ogni sua parte anche quelle fino ad ora inapplicate, come, ad esempio, il pagamento delle maggiorazioni festive e domenicali, richiesto anche dai colleghi di Taranto con lo sciopero dello scorso 5 maggio.

È il momento che Network Contacts risparmi su altro che non sia il salario e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori (potrebbe cominciare da quei 3 milioni di euro annui in consulenze e compensi a professionisti e amministratori).

Per tutto questo, facciamo appello a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori a continuare la mobilitazione, unica garanzia per respingere nuovi tagli ai salari e ai diritti che l’azienda vuole perseguire entro il 9 giugno con quello che definisce “dialogo sociale”.

Infine, se qualcuno pensa che lo sbocco di questa vertenza debba essere un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro peggiorativo rispetto a quello delle telecomunicazioni, sappia che dovrà confrontarsi con una mobilitazione a livello nazionale dell’intero comparto telecomunicazioni. Insomma la lotta paga ma va portata fino in fondo.

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