USB Puglia: ANCORA UN'ALTRA MANOVRA FINANZIARIA DA MACELLERIA SOCIALE, ANTIDEMOCRATICA E ANTICOSTITUZIONALE.
Non avevamo alcun dubbio su chi, questo Governo e non solo, avrebbe scaricato i costi di una crisi creata dal capitale finanziario e speculativo, ma il risultato finale è andato oltre ogni peggiore aspettativa per i Lavoratori, i Precari, i Pensionati, i Giovani e le Donne.
Una “seconda manovra finanziaria” di 45 miliardi che segue a distanza di poche settimane quella pesantissima di oltre 70 miliardi approvata a Luglio in soli 4 giorni. Entrambe, smascherano, se ancora qualcuno avesse qualche dubbio, la vera politica dell’attuale Governo Berlusconi e fanno emergere l’inesistenza di una opposizione parlamentare che accetta la filosofia di fondo delle misure economiche e sociali dettate dai poteri forti, in primis dalla Banca Centrale Europea (leggasi Bundensbank).
“Manovre” che attuano una vera e propria “lotte di classe al contrario”, dove i Lavoratori e le Lavoratrici devono pagare i debiti dei banchieri e delle “loro” banche, delle istituzioni finanziarie e padronali.
Determinante il ruolo e la “grossa mano” offerta dai Sindacati confederali/complici i quali hanno consentito al Governo di “giustificare” parte di quei “drastici” provvedimenti che, oltre a stravolgere i dettami della Carta Costituzionale, cancellano oltre cento anni di storia Sindacale e tentano di mettere la parola fine al contratto nazionale.
Ma questo non basta. Il Governo, sorretto dalla quasi totalità delle forze politiche, istituzionali e sociali, è riuscito a calpestare la volontà dei cittadini italiani espressa con i referendum dell’11 e 12 Maggio 2011 i quali con il loro voto hanno sancito chiaramente che i beni comuni (tutti, dai trasporti all’acqua, dall’energia all’ambiente, dalla sanità alla scuola) non si privatizzano.
Il significato di quei referendum, con l’abrogazione dell’art.23 bis della Legge 112 del 2008, avevano un senso chiaro ed inequivocabile, ma per questi “signori” la stessa democrazia è diventata un optional, anzi uno dei tanti “lacciuoli” di cui disfarsene.
Una ulteriore “chicca”, contenuta in questa ultima manovra, porta la “manina” del “nostrano” Ministro Fitto che, dopo le batoste prese dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio di Stato sulla legittimità delle Società in house create dalle ASL pugliesi per la gestione dei Servizi Sanitari, ha inteso prendersi la sua personale rivincita facendo inserire nel testo della Legge un comma che prevede “l’affidamento dei Servizi alle Società in house solo per importi uguali o inferiori a 900.000 euro” (art.4 comma 13).
Questo potrebbe significare la fine per tutte le Società in House della Puglia, con grande sollievo da parte di quanti hanno fatto affari d’oro con gli appalti e le esternalizzazioni volute dallo stesso Ministro Fitto quando era a capo della Regione Puglia.
Come USB non lo permetteremo e contrasteremo in ogni modo queste scelte contrarie non solo al buon senso ed ad una seria ed oculata amministrazione della spesa pubblica (con le Società in House si risparmiano decine di milioni) ma anche ai sacrosanti diritti e necessità dei Lavoratori.
Nessuna Legge fermerà quanto i Lavoratori pugliesi hanno fortemente voluto.
A tutti quelli che continuano con “mezzucci” a lasciare fuori dalle scelte strategiche i Lavoratori, sia ai “tavoli” nazionali che a quelli territoriali, ribadiamo che i tempi delle ambiguità sono oramai finiti. O con i padroni o con i Lavoratori e le Lavoratrici.
Noi la scelta l’abbiamo già fatta sin dalla nostra nascita ed è nel nostro DNA.
Noi continueremo ad essere dall’unica parte giusta.
Quella dei Lavoratori, dei Precari, dei Pensionati, dei Giovani e delle Donne.