USB ILVA: SOSPESA MANIFESTAZIONE del 29 novembre A ROMA
LA MANIFESTAZIONE PROMOSSA PER DOMANI (29 NOV.) DALL’USB ILVA A ROMA SOTTO PALAZZO CHIGI IN OCCASIONE DELL’INCONTRO TRA IL GOVERNO E LE PARTI SOCIALI E’ SOSPESA A CAUSA DEI GRAVI EVENTI ATMOSFERICI CHE HANNO INTERESSATO L’AREA DELL’ILVA NELLA GIORNATA ODIERNA (28 NOV.) E CHE HANNO PROVOCATO MORTI E FERITI.
NAZIONALIZZAZIONE è L'UNICA SOLUZIONE
Basta con le prese in giro da parte di Sindacati complici, Istituzioni “compromesse”, Politici latitanti e balbettanti.
Non è tollerabile che la sacrosanta richiesta di un lavoro sicuro, un reddito garantito, la tutela della salute e dell’ambiente per decine di migliaia di Lavoratori e Cittadini debba essere affrontato come un “problema di ordine pubblico”.
Se dovessimo sciaguratamente assistere all’emanazione di un Decreto (così come riportato da alcune indiscrezioni) con cui si dichiara l’area industriale di Taranto “sito strategico nazionale” ci troveremmo di fronte al “VERO VOLTO” di questo Governo e di chi lo sostiene in Parlamento e nel paese: qualsiasi emergenza sociale, dagli studenti agli operai, va “repressa” in tutti i modi “militarizzando” fabbriche e città.
NON NE POSSIAMO PIU’!
Così come sostenuto da tempo, la USB chiede che la drammatica situazione determinatasi all’Ilva di Taranto sia affrontata con l’unica soluzione possibile: espropriare senza alcun indennizzo tutte le proprietà ed i beni relativi all'attività dell'ILVA. La proprietà ed i Riva devono risarcire per i danni provocati ai lavoratori, alla cittadinanza ed all'intero paese.
La NAZIONALIZZAZIONE dell’ILVA consentirebbe di salvaguardare i posti di lavoro, assicurare il salario ai lavoratori senza alcuna interruzione, bonificare l'intera fabbrica utilizzando anche gli operari ed i tecnici, garantire la salute e la sicurezza di tutti i cittadini di Taranto e di tutti i Lavoratori.
Senza andare tanto lontano da casa nostra, in questi giorni il Governo francese sta valutando la nazionalizzazione dell'impianto siderurgico Arcelor Mittal, e questa è l'unica strada percorribile anche per l’Ilva, se non si vuole che questa vicenda “esploda” veramente da Taranto a tutti i territori in cui sono ubicati i siti lagati alla produzione dell'Ilva.