USB BARI_NATUZZI: APARTHEID AZIENDALE?

Bari -

 

Natuzzi continua ad impegnarsi forse solamente per una parte dei suoi dipendenti. L’Unione Sindacale di Base Lavoro Privato Puglia non è rimasta affatto sorpresa dell’episodio avvenuto in occasione di un’assemblea sindacale del 7/2.

Da giorni la RSU appartenete a Cgil, Cisl e Uil di Natuzzi Jesce-Santeramo aveva indetto ai sensi dell’art.20 della legge n.300/70, per il 7 febbraio u.s., una riunione sindacale, che avrebbe interessato, poiché si sarebbero toccati temi come l’attuale situazione aziendale Natuzzi. Questione che interessa anche i Lavoratori che hanno ottenuto il reintegro dopo una dura battaglia nelle sedi giudiziarie.

Il giorno dell’assemblea, ai Lavoratori reintegrati, ma “tenuti a casa” e per il 70% in solidarietà, presentatisi presso la sede dello stabilimento per partecipare alla stessa, è stato impedito di partecipare, da parte dei vertici aziendali.

Ancora una volta, la Natuzzi non riconosce questi Lavoratori come tali, benché reintegrati dai giudici nel ciclo produttivo a tutti gli effetti.

La direzione del personale alla richiesta dei Lavoratori di entrare, ha risposto esplicitando il proprio orientamento negativo rispetto alla possibilità di partecipare all’assemblea sindacale all’interno dello stabilimento, pretendendo dai Lavoratori l’esibizione della sentenza di reintegro. Questo non è affatto un segno di apertura nei confronti di questi Dipendenti. Le azioni tutt’altro che benevole della direzione del personale Natuzzi scatenano un ventaglio di reazioni da parte dei sindacati confederali, che vanno dalla negazione, con un evidente abuso di presunzione, di concedere il diritto di partecipazione all’assemblea, alla negazione degli spazi, al consenso sul loro utilizzo per questi operai.

I Lavoratori reintegrati ribadiscono la volontà di essere riconosciuti a tutti gli effetti, e che il diritto di riunirsi con gli altri colleghi in assemblea è un diritto sancito dalla Costituzione, regolamentato dallo Statuto dei Lavoratori e dai Contratti nazionali come coloro impiegati nel ciclo produttivo.

Non esistono Lavoratori di serie A e Lavoratori di serie B, in quanto non esistono restrizioni citate alla non partecipazione.

L’USB ritiene che sia un’incauta ingerenza giudicare nel merito chi può o meno partecipare alle assemblee sindacali indette e ribadisce che il diritto di parteciparvi sindacale non può essere messo in alcun modo in discussione. Quanto avvenuto denota un clima che via via si fa sempre più pesante e che impedisce di fatto la libertà di informazione che caratterizza l’attività sindacale.

Per questo l’USB tutelerà in ogni sede opportuna il diritto dei Lavoratori iscritti e non, di esprimere le proprie idee all’interno dei luoghi di lavoro. L’USB non permetterà a nessuno di mettere in discussione quanto conquistato con anni di lotte sindacali. Non è stata né la USB né i Lavoratori a scatenare questo putiferio approdato nelle aule di tribunale.

Ma se si tratta di difendere il diritto a discutere e di difendere gli spazi di democrazia che ancora resistono in questo Paese, allora ben vengano le azioni di lotta.