TARANTO - Indagine parlamentare Arsenale Militare

Taranto -

                                 Alle Onorevoli componenti della Commissione Difesa della Camera dei Deputati   -    On. DEIANA ed On. DURANTI

 

In occasione della visita odierna, quali componenti della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, rivolgiamo un sentito appello alle SS.VV. affinché si facciano portatrici di una istanza delle Lavoratrici e dei Lavoratori dell’Arsenale M.M. di Taranto.

La condizione in cui siamo Vi è ben nota e, come ha avuto modo di dichiarare in Commissione lo stesso sottosegretario di Stato alla Difesa Forcieri durante l’audizione dello scorso 1° agosto, la situazione attuale è insostenibile: noi lo sappiamo bene per averla denunciata nel corso di lunghi anni segnati da lotte e mobilitazioni culminate con lo storico corteo di protesta dello scorso 25 maggio nel corso del quale migliaia di Lavoratrici e di Lavoratori sfilarono per le strade di questa città dissestata e depredata per rivendicare lavoro e dignità, raccogliendo la solidarietà dell’intera cittadinanza.

Oggi siamo qui a chiederVi ciò che riteniamo fondamentale per la vita democratica di questo Paese: che ognuno si assuma le proprie responsabilità!

Siamo indignati che si possa affrontare una situazione difficilissima e foriera di pesanti ricadute per l’intero territorio, già enormemente disastrato per responsabilità di quanti hanno gestito la cosa pubblica negli scorsi anni, invitando pubblicamente a non chiedersi “…con lo sguardo rivolto indietro, se abbia colpa più uno o l'altro…” che lo faccia colui che il Ministro della Difesa ha delegato ad occuparsi di questa ristrutturazione costituisce, secondo noi, un ulteriore elemento di involuzione della cultura politica della classe dirigente di questo Paese.

Non è questa la sede in cui discutere le soluzioni organizzative che consentano di superare il grave momento, lo faremo nelle sedi proprie, qui oggi vi è una richiesta di giustizia, la necessità di chiarire una volta per tutte il perché dell’attuale situazione, per colpa di quali decisioni sbagliate, quali meccanismi non hanno funzionato, quali scelte politiche hanno portato al disastro nel quale siamo precipitati e, soprattutto chi con il suo operato, con il suo lavoro o con il suo non-lavoro ha consentito l’attuale situazione.

         Liquidare la discussione utilizzando lo strumento molto di moda di scaricare tutto sullo statale fannullone o sulle rigidità del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro può essere una facile scorciatoia in cui rifugiarsi ma è indice di colpevole superficialità; a nostro avviso bisognerebbe cominciare a chiedersi non chi è il fannullone ma cosa viene dato da fare ad ognuno, quali le motivazioni che si offrono al tanto disprezzato capitale umano: anche il più grande lavoratore serve a poco se impiegato in mansioni e attività senza alcun valore rispetto agli obiettivi della propria organizzazione.

Chi è il responsabile dell’organizzazione del lavoro?

Certamente non i lavoratori!

         Senza alcuna tentazione giustizialista riteniamo che l’individuazione delle responsabilità sia da anteporre a qualunque soluzione organizzativa si sceglierà per il futuro, ciò costituisce l’unico risarcimento per i tanti anni in cui il personale ha espletato la propria opera in condizione di rischio oggettivo se è vero, come è vero(*), che dal novembre del 2005 l’ex direttore dell’ Arsenale della Marina Militare di Taranto, ammiraglio ispettore Alberto Gauzolino, e i suoi ultimi due predecessori, i pari grado Alessandro Grossi e Pasquale Romano, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura della Repubblica di Taranto nello ambito dell’ inchiesta in corso su presunte violazioni in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro da parte delle ditte dell’indotto dello stesso Arsenale insieme a 24 imprenditori, titolari di altrettante ditte operanti nell’indotto, che hanno ricevuto un provvedimento di sequestro delle proprie strutture, con valore di informazione di garanzia, per presunte violazioni in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.

I funzionari dell’ Ispettorato del Lavoro e i carabinieri del Comando provinciale di Taranto, in accordo con la procura della Repubblica, hanno posto sotto sequestro l’ intera area - di circa 18.000 metri quadrati - in cui operavano le ditte appaltatrici con capannoni e macchinari.

L’ area, per quanto a nostra conoscenza, è tuttora sotto sequestro e, anzi le prescrizioni scaturite dalle ispezioni che sono continuate nel tempo, hanno causato l’impossibilità di utilizzare una decina di reparti di lavorazione, questa volta di pertinenza diretta dell’Arsenale.

                     Chiediamo, dunque a Voi, di cui conosciamo la sensibilità verso le  Lavoratrici ed i Lavoratori e le loro problematiche, nella nostra veste di organizzazione sindacale portatrice degli interessi dei nostri rappresentati, che opera nel sociale, di voler sostenere la nostra richiesta di istituzione di una Commissione Parlamentare di Inchiesta che faccia piena luce sull’intera vicenda e chiarisca una volta per tutte se  vi siano state responsabilità politiche miranti ad orientare le scelte di riorganizzazione del comparto verso una direzione piuttosto che in un’altra che, a tal fine abbiano causato il degrado e la fatiscenza delle strutture mettendo a rischio la salute e la sicurezza del personale tutto.

         Consci della difficoltà che questo percorso presuppone riteniamo che vada intrapreso nell’interesse non solo dei Lavoratori ma anche e soprattutto in quello superiore della giustizia nei confronti della quale tutti noi siamo uguali o almeno, dovremmo esserlo.

         Un sentito ringraziamento per quello che potrete fare.