Sintesi incontro presidente Regione Puglia sul PIANO SANITARIO REGIONALE

 

 

Nella giornata di sabato, 23/01/2016 ore 13.00, si è tenuto un incontro tra le OO. SS., il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ed il direttore del dipartimento delle politiche della salute Giovanni Gorgoni.

L’argomento trattato ha riguardato il programma di riordino degli ospedali pugliesi.

Nella introduzione fatta dal presidente Emiliano è emersa all'istante una situazione a dir poco complicata.

L’incontro che hanno avuto con i tecnici del Ministero dell’Economia e della Salute ha contrassegnato il percorso, in materia di politica sanitaria, vincolante per la Puglia, e non soltanto, ma praticamente per tutte le Regioni del territorio nazionale,

Uno dei punti più spinosi riguarda la spesa del personale, che rimane vincolata a quella storica (spesa relativa al 2004 abbattuta del 1,4 %).

Tale vincolo mette a rischio non solo la garanzia dei LEA, ma azzera qualsiasi ipotesi di riordino della rete ospedaliera, da fare con equilibrio e buon senso.

Questa condizione ha prodotto una serie di ipotesi fantasiose, tra le quali quella di “inventarsi“ una sorta di concorrenza pubblico – privato.

Ipotesi buttata sul tavolo, seppure en passant, ma prontamente respinta dalla delegazione USB.

Ad ogni modo, con l’intervento successivo del direttore del dipartimento delle politiche della salute Giovanni Gorgoni, il quadro della situazione ha preso a definirsi in maniera più evidente e chiara.

Lo scenario opera e si sviluppa principalmente su tre questioni, ovvero:

 

1. Spesa del Personale. Le indicazioni ministeriali, in particolare del MEF, obbliga le Regioni e quindi anche la Regione Puglia a rivedere il Piano di riordino accompagnato da una previsione sul costo del personale, che non può superare, per la nostra Regione, 1 miliardo e 961 milioni di euro, (2 miliardi e 155 milioni comprensivi dei valori contrattuali).

Di questa somma il 68% finanzia la spesa afferente gli ospedali, il restante ovvero il 32% al territorio.

2. Accorpamento organizzativo. Ovviamente, essendo il costo del personale il punto imperativo, si muoveranno sul terreno del accorpamento anche in applicazione del D.M. 70/2015. Probabilmente l’operatività non prevede tagli di posti letto bensì si opterà per accorpamenti strutturali.

3. Legge di stabilità 2016. Dal 2017 i bilanci aziendali non dovranno mostrare un delta differenziale del 10% tra costi e ricavi. Diversamente si procederà con piani di rientro triennali. Da questa anno ed entro il 31 marzo saranno chiamati a tale responsabilità, seppure previsionale, le due AA.OO. di Bari e Foggia.

 

Nel confronto con la parte regionale, la valutazione della USB è stata molto critica.

E’ stata inizialmente posta sulle premesse tradite dal passato Riordino della rete ospedaliera della giunta Vendola, dove alla contestuale chiusura di alcuni presidi ospedalieri non è corrisposta una politica del territorio. Oggi, alla luce di quanto rappresentato, la USB ha prospettato lo stesso scenario, se non si interviene attraverso una profonda revisione della relazione ospedale –territorio. (prevenzione, ADI, ospedalizzazione domiciliare, casa della salute ecc.)

E’ stata inoltre sottolineata l’incapacità dei D.G. nel programmare modelli organizzativi territoriali, adeguati alla domanda di salute dei cittadini.

Scongiurare qualsiasi azione di riorganizzazione che possa scaricarsi oltremodo sui lavoratori.

Infine è stata fortemente ribadita la necessità di un costante confronto e condivisione, con la nostra organizzazione.

Ultima informazione: la settimana prossima saranno convocati tutti i Direttori generali delle aziende ospedaliere e ASL, per impostare un percorso vincolato alle condizioni su indicate cioè, razionalizzazione dei costi, accorpamenti, bilanci, modelli organizzativi che devono tenere conto della normativa europea in tema di turnazione ecc.,

A tale proposito sarebbe opportuno vigilare e dedicare parte della nostra attenzione sui territori, tenendo presente che il Piano deve essere presentato al Ministero entro il 29/02/2015.

 

Conclusione: la certezza tratta, è quella che ci troviamo di fronte ad una manovra imposta dall’alto, in particolare dal MEF, l’impressione è quella che vede impotente le Regioni, così ha ammesso anche il presidente Emiliano, che non hanno una adeguata capacità di incidere in maniera significativa sulle scelte prevalentemente economiche – ragionieristiche del Governo.

Il rischio che corriamo, di fronte alle titubanze manifestate, è quello che si procederà, dati i tempi contingentati, con operazioni fatte con l’accetta, dove i territori più fragili o scoperti da punto di vista politico periranno (ma questa è altra storia).

 

Saremo riconvocati subito dopo l’incontro che la regione avrà con i Direttori generali.

 

 

S.Caricato - A. Bonanese