Ristorazione ospedaliera, Marchese (Usb): "Incertezza totale per il futuro, i lavoratori continuino ad operare nelle strutture"

Taranto -

La vicenda della ristorazione ospedaliera di Taranto e provincia continua ad essere irrisolta e a lasciare col fiato sospeso un centinaio di lavoratori che avvertono il rischio che questa fase di cambiamento possa rendere ancora più instabile la loro posizione lavorativa, già di per sé precaria. Va ricordato infatti che si tratta di lavoratori che, nonostante in alcuni casi operino nel settore da addirittura 30 anni, continuano ad avere contratti part- time a basso reddito.

Se a questo si aggiunge che ora dovranno probabilmente anche spostarsi per raggiungere il loro luogo di lavoro, è chiaro che la situazione si complica.


Di fronte a questo stato di cose, all'indisponibilità del nuovo centro cottura promesso da Ladisa, alle ipotesi ventilate di ricorso ad altri centri cottura anche fuori provincia, alle molteplici richieste fatte all'Asl di Taranto negli ultimi mesi e rimaste disattese, come USB abbiamo una soluzione semplice per restituire serenità ai dipendenti: i lavoratori e le lavoratrici continuino a lavorare nelle cucine interne agli ospedali dove hanno operato per diversi decenni  fino a quando non saranno definiti tutti gli aspetti previsti dal nuovo contratto d'appalto e l'ASL convochi  le organizzazioni sindacali per confrontarsi finalmente sui bisogni e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

I FATTI
A causa di inagibilità della gran parte delle centri cottura interni agli ospedali di Puglia, è maturata la decisione di eliminare tutte le cucine e tenerne aperte solo sei in tutto il territorio regionale. A Taranto, l’unica cucina a rimanere aperta è quella dell’ospedale di Castellaneta, chiuse invece quelle dell’ospedale SS Annunziata, e quelle dei nosocomi di Grottaglie e Martina Franca, che si aggiungono a quelle già inattive da tempo di Massafra e Manduria.
Ad occuparsi dei cibi per coloro che sono ricoverati, sarà la Ladisa, aggiudicataria dell’ appalto.

Opportuno, a questo punto, sottolineare che, al netto dei disagi dei lavoratori della provincia che dovranno raggiungere il posto di lavoro a Taranto, va detto che la struttura indicata non è comunque ancora pronta, e che sembra difficile al momento possa partire l’1 giugno, come ipotizzato. Si tratterebbe, in caso di nuovo rinvio, dell'ennesima data fissata inutilmente, dal momento che ci sono già state altre false partenze. L’avvio del nuovo appalto inoltre richiede di un preventivo confronto con i sindacati al fine di definire le clausole sociali per salvaguardare l'occupazione e i diritti dei lavoratori.

Francesco Marchese
Usb Lavoro Privato

USB Taranto