Nial Mail, ritorsioni, sospensioni e licenziamenti in vista contro i lavoratori in lotta dopo dieci anni di soprusi: dal 14 dicembre 30 giorni di sciopero
Mentre la società tarantina che opera per conto di Poste Italiane e Comune di Taranto continua a violare impunemente norme di legge e di contratto, i lavoratori sono gli unici a pagare le conseguenze: chi tace continua ad essere sfruttato, chi si iscrive al sindacato viene punito!
Prosegue così l’escalation di ritorsioni avviata dalla Nial Mail srl (società tarantina di recapito della corrispondenza che opera per conto di Poste Italiane, Comune di Taranto, Tribunale di Taranto, Asl di Taranto e altri enti pubblici) nei confronti dei suoi dipendenti, attraverso una campagna di procedimenti disciplinari a tappeto.
Utilizzando pretestuosamente il buon nome del Comune di Taranto, nella sua qualità di committente, la Nial Mail sta realizzando una pesante rappresaglia nei confronti dei lavoratori che hanno aderito al sindacato dopo dieci anni di soprusi, con l’intento ultimo di portare a termine un profondo processo di sostituzione del personale.
Nel corso dell’ultimo mese (il primo di iscrizione al sindacato da dieci anni a questa parte) sono state già tre le contestazioni di addebito mosse ai lavoratori, l’ultima delle quali, che ha già portato alla sospensione cautelare della dipendente, lascia presagire l’imminente licenziamento della stessa.
Tutto questo mentre prosegue immutata l’inaccettabile condizione di precarietà, ipersfruttamento e negazione dei diritti che i lavoratori della Nial Mail subiscono da anni, ma che hanno finalmente deciso di contrastare mediante l’organizzazione sindacale.
Dopo aver concluso negativamente tutti i tentativi di dialogo con la società, che continua a respingere e bollare come infondate le rivendicazioni dei lavoratori, incluse quelle derivanti da sfacciate violazioni di legge e contratto ripetute per anni, dal 14 dicembre e per i successivi 30 giorni, infatti, sarà sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori Nial Mail Taranto.
Ed è proprio questo il punto: chi per dieci anni è stato sfruttato e ha deciso di rialzare la testa rivendicando la propria dignità di lavoratore, i propri diritti economici, normativi, di salute e sicurezza va punito per intimorire tutti gli altri e per continuare a contare sulla paura e sul silenzio che hanno fondato la condizione di sfruttamento attuale.
Non lo consentiremo. Se un solo lavoratore verrà pretestuosamente licenziato, la responsabilità sarà di tutti i soggetti che, informati dei fatti, hanno taciuto consentendo alla Nial Mail di continuare a violare impunemente leggi e contratti e imporre ferocemente una condizione di sfruttamento e paura ai lavoratori.
USB Taranto