LECCE: SOCIETA' TRASPORTI PROVINCIALE - No al Contratto di solidarietà a "perdere"
All’ A.U.STP Terra d’Otranto Spa - Lecce
Dott. Pepe Luigi
All’Assessore Regionale ai Trasporti
Dott. Minervini Guglielmo
Al Presidente della Provincia di Lecce
Dott. Gabellone Antonio
Al Prefetto di Lecce
Dott. Tafaro Mario
Al Presidente della Giunta Regionale
On. Vendola Nichi
Agli Organi di Stampa
Ai Lavoratori tutti STP Lecce
LORO SEDI
Oggetto: piano di impresa proposto in STP Lecce
La scrivente Federazione regionale USB – Lavoro Privato della Puglia, Confederazione sindacale maggiormente rappresentativa componente del CNEL, in merito al c.d. “Piano d’Impresa” presentato dall’ Amministratore Unico della STP Terra d’Otranto SpA, dopo aver ascoltato i Lavoratori, intende esprimere alcune valutazioni sia di metodo, utilizzato finora dall’amministrazione della Società di Trasporti, che nel merito del “piano” stesso.
In primis, riteniamo necessario evidenziare una serie di aspetti metodologici:
- l’A.U. Dott. Pepe, sin dal momento del Suo insediamento (Agosto 2010), ha mostrato “noncuranza” e distacco nei confronti delle OOSS alle quali ha unicamente presentato il “piano” chiedendo un assenso incondizionato all’eventualità di un “contratto di solidarietà”;
- il piano di impresa, presentato sommariamente alle OO.SS. il 6 Dicembre 2010, presso la Prefettura di Lecce, produsse una “levata di scudi” da parte di tutte le OOSS che respinsero la proposta e chiesero una valida alternativa. Alternativa che l’Amministratore in tutti questi mesi non ha “cercato” con le Istituzioni e con le OO.SS., dimostrando un’atteggiamento ricattatorio, arrivando a “minacciare” il mancato pagamento delle competenze rivenienti dagli Accordi di secondo livello;
- unilateralmente, senza aspettare di terminare l’approfondimento del “piano”, la STP, nel periodo tra la fine dell’anno 2010 e l’inizio del 2011 ha completato il sub affidamento di 1.100.000 Km/bus ad altra Azienda;
- il 21 Marzo u.s., a seguito delle sollecitazioni dei Sindacati e grazie alla riprovata sensibilità verso i problemi del lavoro mostrata dal Prefetto di Lecce, le parti sono state nuovamente convocate. Questa volta lo stesso “piano” è stato presentato in maniera più dettagliata con la promessa della consegna della relativa documentazione, avvenuta effettivamente il 24 di Marzo (a “piano” già ampiamente avviato);
- l’ulteriore ricatto posto dal Dott. Pepe sul tavolo della Prefettura è stato quello di minacciare la disdetta dei contratti di secondo livello nel caso di mancata accettazione del ridetto piano di impresa.
Nel merito, invece, questa O.S. ritiene che:
- i problemi di Bilancio aziendale nella STP di Lecce sono analoghi a quelli di molte altre aziende di trasporto sottoposte, negli anni passati, a gestioni irresponsabili “confortate” dal mancato controllo da parte degli organi preposti. Le responsabilità di tale gestione non possono, in alcuna maniera, essere “scaricate” sui Lavoratori;
- la soluzione proposta dall’A.U. non riporta alcuna innovazione di processo, non riferisce su progetti di investimento e/o valorizzazione professionale del personale, non garantisce il futuro dell’azienda; il documento, così come è stato redatto, è permeato da uno spirito di rassegnazione, di sfiducia e di rinunzia che avvilisce il lavoro e impedisce la possibilità di una reazione;
- è riduttivo pensare di risolvere il problema aziendale partendo da una specifica analisi finanziaria, occorrerebbe a nostro avviso affrontare il problema occupandoci di una riforma di sistema.
L’Unione Sindacale di Base ritiene che l’esperienza COTRAP possa considerarsi conclusa insieme alla logica del “consorzio”; oggi è necessario e inderogabile porsi l’obiettivo dell’Azienda Unica Regionale dei Trasporti. Lo strumento per il raggiungimento dell’ obiettivo è dato da due percorsi paralleli perseguibili contestualmente. Il primo è quello della integrazione del trasporto pendolare che, privilegiando le modalità di minor impatto ambientale, garantisca quella mobilità sostenibile di cui le Istituzioni, Regionali e Provinciali, dovrebbero realmente occuparsi. L’altro, quello della economia di scala, che richiederebbe importanti investimenti iniziali, ma permetterebbe, attraverso un aumento delle dimensioni degli impianti, una riduzione dei costi medi di produzione e garanzie occupazionali.
L’USB dichiara di essere disposta in ogni momento ad affrontate e discutere tutti i punti previsti dal piano di impresa; per quanto concerne più specificatamente il contratto di solidarietà previsto al punto 9) del “piano”, ribadiamo la nostra totale avversione alla sua applicazione per le ragioni sopra esposte.
p. la Federazione regionale USB - Lavoro Privato Puglia
Rino FINO