Ilva, USB indisponibile a trattare il piano Arcelor-Mittal. Ora nazionalizzare
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Ilva, USB indisponibile a trattare il piano Arcelor-Mittal. Ora nazionalizzare
La gestione commissariale Ilva ha formalizzato l'avvio della procedura per la cessione di Ilva alla cordata AM Investco capeggiata da Arcelor Mittal. Come avevamo denunciato da tempo, spesso in totale isolamento, l'operazione appare sempre più violenta socialmente e truffaldina. Arcelor-Mittal assumerà 10.000 lavoratori degli attuali 14.200. Sullo stabilimento di Taranto il taglio è di 3.600, cioè l'85% del totale dei licenziamenti.
I "prescelti" per diventare a tutti gli effetti dipendenti della new company dovranno accettare, con atto di conciliazione individuale e inoppugnabile, la perdita di ogni diritto di legge, economico e contrattuale maturato alle dipendenze Ilva, a partire dalla perdita delle tutele dell'art.18 sui licenziamenti.
Gli "esclusi", 4200, saranno ulteriormente divisi in due: una parte impegnato nei lavori di bonifica, che peraltro nessuno sa come fare, un'altra a zero ore sotto copertura di qualche ammortizzatore sociale o magari impegnati in inutile formazione. Arcelor-Mittal prenderebbe cosi l'acciaieria più grande d'Europa per quattro spiccioli, ripulita da lacci e lacciuoli di carattere sociale e con la garanzia dell'impunità assoluta.
Il sindacato ha solo una strada da percorrere davanti a questa banditesca operazione: rispedire al mittente l'offerta di Arcelor-Mittal e pretendere che il governo riprenda il controllo di Ilva per costruire un piano industriale per la nazionalizzazione della siderurgia. Piombino, AST di Terni e Ilva, cosa altro occorre per capire che la svendita di stato sta portando alla liquidazione di un settore strategico dell'economia nazionale?
Come USB dichiariamo da subito che non accetteremo la riduzione del danno. Nessuna contrattazione sui numeri degli esuberi o un'attenuazione delle condizioni capestro che il padrone mondiale dell'acciaio vuole imporre ai lavoratori Ilva grazie all'accondiscendenza del governo Gentiloni.
Non vi sono le condizioni per discutere questo piano industriale. Oggi, lunedì 9 ottobre, i lavoratori Ilva incroceranno le braccia contro il ricatto indecente che gli viene rivolto. Siamo con loro, pronti a lottare con ogni mezzo per la dignità del lavoro, per la salute della popolazione e per il diritto al futuro di questo paese.
Unione Sindacale di Base