ILVA TARANTO : Ed ora che si fa??

 

 

Questa è la domanda che ci hanno rivolto i lavoratori di AFO2 e a cui ancora oggi non si riesce a dare risposta.

Semplicemente assurda è la situazione che si è venuta a creare.

Il Governo all’indomani del sequestro senza facoltà d’uso di AFO2, da parte del GIP, ha varato un decreto che di fatto “sospende” l’ordinanza della Magistratura.

Venerdì 17 luglio u.s., i Carabinieri del comando provinciale hanno notificato 19 verbali ad altrettanti Lavoratori per aver violato l’art. 349 c.p.

Ora, il problema è capire se ha la precedenza il decreto o l’ordinanza di sequestro senza facoltà d’uso.

Alcuni avvocati/giuristi sostengono che il decreto legge è efficace da quando è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed anche, in presenza di ricorso alla Consulta per incostituzionalità non perde di effetto, almeno fino a quando non ci sarà parere contrario da parte degli organi competenti.

Altri, invece, sostengono che il decreto essendo un atto provvisorio non può prevalere su un’ordinanza del giudice, almeno fino a quando non viene convertito in legge.

Insomma un gran casino che nasce dallo scontro tra i poteri dello Stato che vede la città di Taranto come teatro ed i Lavoratori dell’Ilva come le pedine di una partita a scacchi.

L’altro problema serio è che i Lavoratori anche se volessero non potrebbero neanche scegliere.

Infatti, le procedure di spegnimento all’indomani del decreto sono state sospese e l’AFO2 ha ripreso la marcia regolare, quindi i Lavoratori anche se volessero optare per seguire la linea del GIP avrebbero bisogno di avviare un nuovo programma di spegnimento che stilano i tecnici Ilva e non loro che sono gli esecutori.

Quindi, è tecnicamente impossibile che i Lavoratori possano rifiutarsi di lavorare così come qualcuno blaterava, il rifiuto incondizionato di colare in assenza del piano di spegnimento poteva e può produrre gravissimi rischi per tutti.

Noi restiamo dell’idea che la responsabilità di tutto quello che sta accadendo sia interamente del Governo che, ormai, non sa più che pesci pigliare, hanno perso tre anni a scrivere 8 decreti “dimenticando” sempre di metterci la sostanza……I SOLDI VERI!

Al Ministro Galletti, che all’indomani del decreto parlava di 16.000 posti di lavoro salvati, rispondiamo semplicemente che per salvare 16.000 posti di lavoro e la salute di una città intera non servono decreti come questo ma, servono VERE RISORSE ECONOMICHE che ci permettano di risanare e mettere in sicurezza gli impianti, garantendo il rispetto della salute e la sicurezza di tutti.