ILVA TARANTO: Contratti di "solidarietà .... al padrone"

Taranto -

I soliti noti stanno scrivendo in queste ore l’ultimo atto di appoggio ai Riva: “i contratti di solidarietà”. Perché? Non ve lo diranno e li faranno passare come un successo. Non è così: è una fregatura per i lavoratori, una manna dal cielo per la proprietà. Strano ricordare le parole di de Biase, ex n.2 Ilva-“I CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ SONO INAPPLICAPIBILI, AVEVA TUONATO NEL 2008”-                      

Oggi cosa cambia???

I sindacati di Riva tentano di rifarsi una verginità, dopo aver abbandonato i lavoratori dell’area a freddo( TNA1-LAF-PLA e TUBIFICI ) al loro destino di cassintegrati continui per tutti questi anni, a partire dal 2008 mentre il padrone, in fervente attesa che arrivi la sentenza della Corte Costituzionale sul decreto “salva-Ilva”, il cui  esito negativo (solo per lui) potrebbe significare la fine del potere assoluto e, quindi, l’obbligo di dover affrontare a proprie spese l’ottemperanza alle norme, punta a “raschiare il fondo del barile”. La consapevolezza che il ricorso agli ammortizzatori sociali è solo un pretesto, un ricatto, un modo per ovviare alle proprie responsabilità, pone l’azienda Ilva in una condizione di disagio, perché sa che, ancora una volta, sta navigando nei mari dell’illegalità. Oggi, quindi, con il solito supporto morale dei sindacati amici, si guarda alla “splendida” idea dei contratti di solidarietà come fossero l’unica soluzione per tutti.

L’USB ha sempre sostenuto che la cassa integrazione fosse immotivata e l’ha denunciato agli organismi competenti e sui contratti di solidarietà crescono dubbi fondati. In realtà l’azienda vuole evitare l’integrazione salariale sulla CIGS e il rischio di dovervi rinunciare, poiché sa bene che non poteva continuare a “svuotare” le casse dello Stato, conducono all’unico strumento utile, i C.D.S. Chi ci guadagna? Solo l’azienda, mentre i lavoratori perderebbero ancora soldi sulla busta paga, potere d’acquisto, certezza del futuro e dignità.

Il ragionamento è semplice: i contratti di solidarietà non prevedono integrazione, ma solo sgravi e contributi per il padrone. Chi si sta prestando a questo gioco sa di cosa si tratta, ma non lo dirà mai. In assenza di un piano industriale che i Riva dovrebbero fornire, consigliano, discutono e firmano tutto quel che il padrone detta.

Noi della USB, la solidarietà non la daremo mai ad una proprietà che si è arricchita sulle spalle della città e dei lavoratori. Non abbiamo compromissioni né “tesoretti” milionari come la CISL di Bonanni da difendere. Abbiamo a cuore la salute dei lavoratori, il loro giusto salario e la difesa dei diritti. Siamo abituati ad essere solidali con quella parte di società vittima dei veleni; con i colleghi e le famiglie degli operai che sono morti sul lavoro a causa dell’arroganza e del profitto. Siamo dalla parte che viene perseguitata, come i lavoratori del MOF che nel chiedere maggiore sicurezza vengono puniti con sanzioni disciplinari, dopo essere stati vessati e “sequestrati” nella mensa dai capi.

In attesa del “PACCO REGALO” dei contratti di solidarietà, l’USB preannuncia l’ennesima denuncia contro gli illeciti: in acciaieria i capi dell’acciaieria non fanno cassa; si continuano a fare decine di ore di straordinario; in acciaieria 1 si marcia regolarmente mentre decine di lavoratori dello stesso reparto sono comunque in cassa integrazione, alla faccia della solidarietà.

 

QUESTA E’ SOLIDARIETA’ VERSO I LAVORATORI O VERSO IL PADRONE????

ESPROPRIARE RIVA E NAZIONALIZZARE LA FABBRICA

E’ L’UNICA STRADA PERCORRIBILE!!!