Ex Ilva, USB: mancanza di sicurezza e ferie trasformate in cassa. Lo Spesal e l’Ispettorato intervengono ma non danno seguito con i fatti
Mentre rappresentanti del Governo si contraddicono sul futuro di Acciaierie d’Italia senza nel concreto ribaltare gli equilibri della società, all’interno dello stabilimento tarantino i lavoratori sono diventati, su diversi fronti e per l’ennesima volta, l’agnello da sacrificare per gli interessi di qualcuno.
Da tempo, nello stabilimento ex-Ilva di Taranto, si denunciano le difficoltà dei lavoratori, che man mano si sommano in un quadro di assoluta disperazione ormai noto a tutti. Basti pensare che, nonostante ci siano ritmi lentissimi a causa della marcia ridotta degli impianti ed un uso massiccio di cassa integrazione, i pochi fortunati chiamati in servizio non possono richiedere un giorno di ferie al di fuori della prenotazione di quelle estive, senza che venga trasformato in ore di cassa integrazione.
Dunque, nonostante il diritto alle ferie, l’interesse aziendale nell’usare lo strumento dell’ammortizzatore sociale come bancomat prevale su tutto.
Questo è il clima che si respira all’interno della fabbrica, una fabbrica che, ormai al tracollo, esige un vero piano industriale basato non solo sul rilancio di una produttività ecocompatibile, ma che non trascuri le esigenze immediate di manutenzioni ordinarie e straordinarie nel tempo transitorio.
L’inaffidabilità dei dirigenti è chiara a tutti tranne che alla classe politica che ha la facoltà di cambiare lo stato delle cose. Solo nelle ultime ore l’USB ha denunciato agli enti preposti, per l’ennesima volta, la mancanza di mezzi interni sia per il trasporto del personale come per i mezzi in dotazione, utili allo svolgimento delle attività lavorative e la mancata prevenzione sul microclima al MOF (Movimento ferroviario) delle spedizioni.
Problematiche in parte già affrontate anche in precedenza con gli enti esterni che purtroppo nonostante gli interventi non trovano soluzioni, in quanto le stesse sono prive di efficacia ma allo stesso tempo gravate sulla pelle dei lavoratori.
Tale gravissima situazione amplifica la sfiducia maturata nei confronti di quella fascia politica ormai assente per le esigenze del territorio, ma sempre pronta a salvaguardare gli interessi delle multinazionali.
Auspichiamo che, attraverso la nostra azione sindacale le autorità, ognuna nel proprio ambito di competenza, si attivino mettendo al centro gli interessi dei lavoratori e dell'intera comunità, anziché pensare solo agli interessi di qualcuno.
Enzo Mercurio Coordinatore di fabbrica Usb
USB Taranto