Ex Ilva, USB: il governo cacci ArcelorMittal e assuma il controllo dello stabilimento. Basta soldi pubblici a un privato che ha disatteso tutti i suoi impegni

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Si è svolto oggi il tavolo ministeriale su Arcelor – Mittal e che doveva servire ad avere un chiarimento sull’atteggiamento schizofrenico dell’azienda, con particolare riferimento alle notizie di un possibile disimpegno da Taranto della multinazionale indiana.

Il tavolo di oggi nella sostanza ha riconfermato l’impostazione del governo, con la volontà di chiudere un piano che preveda da parte dell’azienda la presentazione entro una decina di giorni di un piano industriale di cui oggi però nessuno ha ancora alcuna contezza. Il governo inoltre ha dato una sua disponibilità ad un intervento, ad una “partnership” di sostegno a tale piano.

USB a quel tavolo ha ribadito la sua totale indisponibilità a discutere di un piano industriale “nuovo” che rischia di portare con se nuovi tagli dell’occupazione ed un peggioramento della condizione di lavoro dei dipendenti diretti e delle ditte in appalto. Inoltre non è accettabile che davanti ad un’azienda che si sta dimostrando inadeguata alla gestione del contesto tarantino, lo stato decida di intervenire nuovamente con soldi pubblici.

USB, ritenendo inconciliabile gli interessi collettivi dei lavoratori e del territorio di Taranto incompatibili con quelli della multinazionale, ha richiesto ai ministri presenti al tavolo (Patuanelli, Gualtieri, Catalfo) che lo stabilimento ritorni definitivamente sotto il controllo pubblico, con la presentazione di un accordo di programma che contenga garanzie occupazionali e che proceda verso una riconversione di carattere ambientale a tutela di tutto il territorio tarantino.

Infine, USB ha richiesto il ritiro dei licenziamenti a nostro avviso ilegittimi disposti da ArcelorMittal contro il personale che durante l’emergenza si è resi “responsabile” di aver denunciato incongruità e aberrazioni rispetto a situazioni attinenti a salute e sicurezza. Su questo anche il ministro Patuanelli e la ministra Catalfo hanno richiesto all’azienda un passo indietro, al fine di evitare un’esasperazione della situazione tra le maestranze, già colpite dalla situazione di incertezza lavorativa.

 

 

Roma 25.05.2020

 

p.USB Lavoro Privato Nazionale

Sasha Colautti

 

p.USB Provinciale Taranto

Francesco Rizzo