Ex Ilva, nessun accordo sulla cassa integrazione per 2.500 lavoratori di Taranto: rischio sociale dalla prossima settimana
Nessuna firma sull’accordo per la cassa integrazione in deroga al Ministero. Siamo alla vigilia della scadenza della cassa integrazione per 2.500 lavoratori del sito tarantino, prevista per il 18 giugno, e in buona sostanza non abbiamo tra le mani nulla di fatto. Quindi c’è il rischio attuale che, dalla prossima settimana questi lavoratori restino senza copertura dell’ammortizzatore sociale.
Situazione gravissima riconosciuta per una volta all’unanimità da parte delle organizzazioni sindacali, infatti anche chi ha firmato l’accordo sulla cassa integrazione a marzo scorso, oggi ne prende le distanze, adducendo la poca affidabilità da parte del management aziendale ed in particolare della Morselli.
Oggi quindi tutti dicono ciò che l’Unione Sindacale di Base dice da tempi non sospetti, almeno da cinque anni. È una figura inadeguata per gli obiettivi che si è posta la fabbrica; la Morselli infatti cura esclusivamente quelli del suo datore di lavoro, cioè ArcelorMittal non certo il Governo.
Oggi, oltre alla soluzione proposta della cassa integrazione in deroga al Ministero del Lavoro, strumenti alternativi non ce ne sono tranne alcune verifiche che dovrà fare lo stesso Ministero. Al momento c’è di fatto un altissimo rischio che scoppi una bomba sociale legata alla mancanza di reddito per ben 2.500 unità lavorative sin dai prossimi giorni.
Ragion per cui appare sempre più indispensabile che il Governo assuma il controllo della vertenza, acquisendo il 60% delle quote societarie. Questo è un passaggio che l’USB onsidera da tempo obbligato, al fine di raggiungere un equilibrio nella gestione della spinosa questione.
Franco Rizzo
Esecutivo Confederale USB
Taranto 13/6/23