Emiliano gioca a poker con il Piano regionale Sanitario... USB viene a vedere, Presidente cala le carte!!!

Emiliano gioca a poker con il Piano regionale Sanitario...

USB viene a vedere, Presidente cala le carte!!!

 

Per alcune settimane, le sorti della sanità pugliese, sono state raffigurate da notizie che si sono succedute, in maniera spesso scomposta ed accompagnate da procedure travagliate ed alquanto irrituali.

Si è venuti a conoscenza, attraverso gli organi di stampa, di accorpamenti di reparto, di declassamento o di chiusura di ospedali, riduzione di posti letto, smantellamento di alcune strutture a favore di altre ecc. ecc.,.

Insomma una raffigurazione sciatta, che oltre a contraddire un principio di bilanciamento ed equilibrio, cui la politica dovrebbe sempre ispirarsi, ha generato disorientamento nella popolazione pugliese, preoccupata di una politica sanitaria fatta di ulteriori tagli indiscriminati e consequenziale impoverimento dell’offerta di salute.

La notizia dell’imminente chiusura, tout court, di 25 ospedali, emersa pubblicamente qualche settimana fa, seppure successivamente e fortunatamente rivista, ha reso abbastanza eloquente quale sarebbe stato il percorso ragionieristico più facile che il governatore Emiliano avrebbe intrapreso in materia sanitaria.

A tutt’oggi gli unici elementi certi di programmazione sanitaria, a cui guarda il governo regionale sono il Regolamento per gli standard ospedalieri ( D.M. n.70/2015 ), che individua gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all’assistenza ospedaliera, ed il corposo studio sulla performance delle strutture sanitarie del Sant’Anna di Pisa.

Strumenti, a parere della USB, calati dall’alto, che non consentono una valutazione sulla reale dimensione delle attività ospedaliere disponibili e necessarie, e che guardano alla riduzione dei posti letto come elemento utile a finanziare, eventualmente, l’assistenza territoriale.

Al di là di questo rimane un dato preoccupante per la USB ovvero l’assenza di informazioni e di confronto sulle eventuali scelte strategiche che si stanno producendo sul tema in oggetto, non si può certamente ragionare sulle indiscrezioni o peggio su dichiarazioni propagandistiche. Oggi apprendiamo, sempre sulla stampa, che il governatore si appresta a chiudere la fase del Programma Operativo 2013/2015 e quindi l’uscita definitiva dal Piano di rientro.

Ciò consentirebbe di porre fine al blocco del turn-over ed accedere a quelle risorse (230 milioni di euro) per finanziare assunzioni di personale.

Tutto ciò è legato alla presentazione di due diverse ipotesi ovvero una contenente un piano di riordino includente il costo del personale teorico e l’altro contenente il costo attuale.

Anche qui, in particolare, al di là della innegabile condivisione sul tema della carenza del personale nelle strutture sanitarie dove è ormai arrivato a livelli di guardia, anche per effetto della prescrizione della normativa europea sugli orari di lavoro, appare evidente una modalità di procedere in maniera spiccatamente solitaria.

Sarebbe opportuno, quanto meno, sapere quali criteri siano stati adottati per conoscere l’effettiva necessità del personale.

Se l’ipotesi di poter assumere 5.000 unità, sia stata calcolata in base alle risorse eventualmente liberate oppure in funzione dell’attuando Piano.

Insomma, non vorremmo avanzare affermazioni premature, ma crediamo che il tema della salute, ivi compreso la sua sostenibilità, intesa non come definanziamento, non debba essere patrimonio di uno solo, ma svilupparsi attraverso un processo di condivisione e confronto costante. Solo in questa ottica si può concorrere a salvaguardare un sistema sanitario universale e solidaristico.

Viceversa, ci sarebbe il rischio di alimentare sospetti che qualcuno nelle segrete stanze del potere riesca ad influenzare questa o quella scelta…

Suvvia Presidente se hai il gioco, faccelo vedere!!!

 

Unione Sindacale di Base

Confederazione regionale Puglia

Antonio BONANESE - Pierpaolo CORALLO