Call Center, lunedì 3 febbraio, Bari: ore 9.30 presidio davanti alla sede Enel di Via Angiulli, ore 11.30 presidio e conferenza stampa alla Prefettura

Bari -

L'Unione Sindacale di Base, dopo lo sciopero del 10 Gennaio scorso con manifestazione e corteo nella città di Taranto, ha proclamato una seconda giornata di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nei call center che hanno aderito al progetto di applicazione del nuovo contratto “pirata” di settore. La manifestazione si terrà il 3 Febbraio, con due presidi, il primo alle 9.30 davanti alla sede Enel di Via Angiulli a Bari. Obiettivo: richiamare uno dei maggiori committenti delle società in questione alla responsabilità sociale,
che dovrebbe caratterizzare il suo operato in fase di aggiudicazione degli appalti e al ruolo di garante delle condizioni di lavoro adottate dall'appaltatore. Il secondo si terrà davanti alla Prefettura di Bari, dove si svolgerà, dalle 11.30, l'assemblea sindacale e la conferenza stampa convocata. L'Usb chiede, in questa occasione, un incontro al Prefetto di Bari per rappresentare la gravità delle questioni sollevate e perché faccia da tramite presso il
Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, affinché convochino tempestivamente gli incontri più volte richiesti,  al fine di individuare strumenti utili ad una tempestiva risoluzione della controversia in atto.
Giova ricordare ancora una volta le ragioni che sono alla base del malcontento: la decisione di alcune imprese operanti nel settore dei call center, di abbandonare il contratto collettivo nazionale delle Telecomunicazioni per aderire al nuovo CCNL BPO, Digital Experience & Data Management sottoscritto da ANPIT, Assocontact, Federcontact, Ateca e CISAL Terziario, CISAL Comunicazione, CISAL e Confedir, il 4 Dicembre 2024. Questo determinerà maggiori margini di profitto per i datori di lavoro a spese dei diritti e delle tutele dei lavoratori. Da qui l'esigenza di manifestare con particolare energia la forte preoccupazione delle operatrici e degli operatori.