ArcelorMittal, USB: non rispettato il protocollo dopo il caso di Covid-19 in fabbrica, chiediamo la cassa integrazione per tutti i lavoratori

Taranto -

L’incontro tra i sindacati e ArcelorMittal lunedì 30 è durato non più di un’ora e si è concluso purtroppo con un nulla di fatto. L’azienda si è detta offesa, quando invece ad essere offesi siamo noi, insieme ai lavoratori che cerchiamo di tutelare. Si continua a sottovalutare una situazione che per gravità e urgenza richiede invece determinazione, tempismo nelle scelte e risposte efficaci. La multinazionale continua ad essere sorda di fronte alle nostre richieste, come continua a rimandare la soluzione del problema proprio quando ridurre i tempi è fondamentale per contenere il diffondersi del contagio.

Rileviamo purtroppo che, con riferimento al caso dell’operaio che ha contratto il virus, non ci risulta sia stato adeguatamente rispettato il protocollo: molti colleghi, diretti e delle ditte dell’appalto, con cui la persona interessata è entrata in contatto nei giorni immediatamente precedenti al malore, non sono stati al momento individuati, e quindi non sono stati messi in quarantena. Inoltre non sappiamo ancora se c’è un piano da applicare nel caso in cui, all’interno dello stabilimento, dovesse scoppiare un focolaio.

Altro fatto, tutt’altro che irrilevante: lunedì nel primo turno erano al lavoro circa 1.900 dipendenti di Arcelor Mittal e 2.020 dell’appalto. La matematica non è certamente un’opinione e quindi, di fronte a questi numeri ci aspettiamo nei tre turni uno sforamento dei limiti indicati dal Decreto Prefettizio, che prevedeva invece 2.000 lavoratori indiretti, distribuiti nelle 24 ore lavorative, dunque sui tre turni. Ci aspettiamo inoltre che il Prefetto di Taranto torni sulla questione, correggendo il tiro soprattutto alla luce degli ultimi fatti registrati.

Nel corso del confronto tenuto in mattinata abbiamo chiesto che la Cig per Covid-19 venga estesa a tutta la forza lavoro dello stabilimento, e che l’equivalente delle addizionali, sospese per questo periodo, venga destinato comunque ai lavoratori come sostegno per coloro che andranno in cassa integrazione per Covid.

Infine un riferimento ad un piccolo contributo offerto dall’USB in un momento di difficoltà: la donazione di mascherine ad alcune istituzioni locali. Circa 600 destinate agli ospiti del carcere di Taranto e ai dipendenti della società Sds, che lavorano al Cup dell’ Asl di Taranto, e che denunciano da tempo l’assenza di DPI.

 

Franco Rizzo

USB Taranto