Un lavoratore a suo tempo escluso dalle graduatorie stilate da ArcelorMittal torna in fabbrica ed esattamente nel reparto Tfc, Trattamento Fossile Coke. Lo ha deciso martedì 26 gennaio la Sezione Lavoro del Tribunale di Taranto. Il giudice Lorenzo De Napoli ha affermato la maggiore professionalità dello stesso rispetto ad altri colleghi invece presenti in lista. L’azienda dovrà peraltro risarcire al lavoratore le mensilità non percepite sin dal giorno in cui avrebbe dovuto essere assunto. Ciò al netto dell’indennità di cassa integrazione.

Va detto che tale sentenza non comporta il licenziamento di coloro che furono selezionati; questo in virtù delle dichiarazioni del giudice nel momento in cui si è pronunciato sulla condotta antisindacale, secondo le quali le assunzioni già perfezionate non sarebbe state assolutamente messe in discussione.

È il risultato di una lunga battaglia intrapresa da USB con grande convinzione dall’inizio del 2019, quando apparvero subito arbitrari i criteri utilizzati per la selezione dei dipendenti che da Ilva Spa in As sarebbero passati ad ArcelorMittal. Professionalità acquisita, carichi familiari ed anzianità di servizio: erano questi i parametri di valutazione da considerare, che però nei fatti sembravano non essere stati considerati. Da qui la decisione di USB di intraprendere un’azione legale che ha portato alla condanna di ArcelorMittal per condotta antisindacale. L’azienda è stata a questo punto costretta a pubblicare la graduatoria con l’indicazione specifica dei criteri utilizzati per ciascun lavoratore. Così è stato possibile rendersi conto concretamente di una serie di incongruenze tra cui quella che oggi ha portato a questa sentenza. Esprimo viva soddisfazione per il risultato raggiunto e garantisco che la nostra organizzazione sindacale continuerà a vigilare perché vengano rispettati di diritti dei lavoratori.

Franco Rizzo

Coordinatore provinciale USB Taranto