ArcelorMittal sospende lavoratore per incendio in fabbrica, ma Spesal smonta le accuse e l’azienda risponde mettendo tutto il reparto in cassa integrazione
Non ha prodotto buone notizie per ArcelorMittal la verifica dello Spesal scaturita dalla segnalazione dell’Unione Sindacale di Base di Taranto, in seguito all’incendio avvenuto nel reparto Colata Continua, in Acciaieria 2, nel giorno di Pasquetta.
Lo Spesal ha infatti scoperto che ArcelorMittal aveva sostituito, senza seguire l’iter previsto in questi casi, la lingottiera (macchina all’interno della quale l’acciaio liquido viene trasformato in bramme). Su tale intervento l’azienda, che pochi giorni dopo il fatto ha sospeso un dipendente, non ha fornito alcuna documentazione. Da qui la decisione dello Spesal di non dare parere favorevole per il prosieguo dell’attività dell’impianto. Viene così a cadere l’accusa formulata da parte di ArcelorMittal nei confronti del lavoratore, additato come presunto responsabile dell’incendio.
A questo punto, ArcelorMittal invece di ammettere l’accaduto e comportarsi di conseguenza, ha pensato bene di fermare l’impianto e mettere tutti i dipendenti del reparto in cassa integrazione.
Dunque non solo ArcelorMittal non garantisce gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per la sicurezza dei lavoratori e per contenere gli effetti nocivi sull’ambiente, ma arriva a fare modifiche importanti sugli impianti, non preoccupandosi minimamente di interpellare la casa costruttrice per sincerarsi del fatto che le modifiche possano determinare conseguenze.
I lavoratori in quella circostanza, come è accaduto in tante altre occasioni, hanno dunque rischiano la vita, e come se non bastasse adesso vengono messi in cassa integrazione per motivazioni legate a scelte aziendali.
Si tratta del consueto atteggiamento di chi vigliaccamente scarica sull’anello debole della catena ogni responsabilità, lontano dall’ipotesi di rispondere delle scelte fatte.
L’USB continua instancabilmente a chiedere discontinuità rispetto alla gestione portata avanti finora, quindi un accordo di programma, partendo dalla piattaforma da noi presentata, che metta in sicurezza lavoratori e cittadini, e che permetta di ragionare di una concreta riconversione economica di tutto il territorio per costruire finalmente una prospettiva diversa.
Franco Rizzo
Coordinatore provinciale USB Taranto