Altre due sentenze contro ArcelorMittal: annullato il licenziamento di Zingarello e ordinata l’assunzione di un lavoratore in AS, il terzo in pochi giorni
ArcelorMittal aveva licenziato Graziano Zingarello con l’accusa di aver abbandonato il posto di lavoro, per riprendere col cellulare e diffondere sul social le immagini di un collega dell’appalto che, impegnato in quota nelle attività di copertura del parco fossile n. 4, era stato “dimenticato” a fine turno a circa 80 metri di altezza all’interno dello stabilimento, e per questo cercava di richiamare l’attenzione, chiedendo aiuto.
Questo contestava esattamente l’azienda a Graziano: “utilizzava durante l’orario lavorativo cellulare personale con cui per di più filmava, nonostante il divieto, alcuna impianti (sic) e dipendenti della scrivente e di ditta terza; b) senza attendere la verifica delle reali ragioni dell’accaduto , trasmetteva a terzi le riprese audio e video di quanto stava accadendo, corredate di un suo suggestivo commento audio [...] Ma come si trova solo la mannaggia ... come si fa dico io porca zozza ... guarda e come deve scendere quello...”. Zingarello, addetto alla manutenzione nastri presso l’Area Ghisa, era stato additato insomma dall’azienda come il responsabile del fatto. Da qui la contestazione disciplinare e il conseguente licenziamento.
Graziano Zingarello, iscritto USB Taranto, assistito dall’avvocato Mario Soggia, ha subito impugnato il licenziamento perché “illegittimo, insussistente, nullo ed inefficace” e ha presentato ricorso.
Di martedì 9 febbraio la sentenza della sezione Lavoro del Tribunale di Taranto, con cui il dottor Lorenzo De Napoli ha annullato il licenziamento, in quanto “gli addebiti mossi a Zingarello Graziano costituiscono il frutto di una ricostruzione dei fatti assolutamente non rispondente alla realtà”, e ha condannato l’azienda al reintegro del ricorrente nel posto di lavoro, ma anche “al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello del rientro in azienda, e comunque in misura non superiore a dodici mensilità, oltre alla rivalutazione monetaria e interessi legali dal giorno della maturazione del diritto, nonché al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva reintegrazione, oltre interessi legali”.
Una aggressione vera e propria nei confronti di un lavoratore che ha dimostrato di non aver mai abbandonato il posto di lavoro, di non aver ripreso la scena, né tantomeno di averla divulgata, un lavoratore che come unica “colpa” ha quella di aver segnalato la presenza del collega in quota. In molti hanno immortalato quella situazione, ma non Graziano Zingarello. Il video, come ha dichiarato il Coordinatore provinciale di USB Taranto Francesco Rizzo, è a lui pervenuto da una terza persona. Un’accusa infondata ed assolutamente inconsistente, piuttosto pretestuosa e che mira a gettare fango sul lavoratore. Sarebbe piuttosto da capire perché il dipendente si trovava solo a 80 metri di altezza e quanto vengono osservate le misure di sicurezza all’interno della fabbrica. Su questo farebbe bene ad interrogarsi ArcelorMittal.
Sempre nella giornata di martedì 9 arriva l’ennesima dimostrazione del fatto che le graduatorie stilate da ArcelorMittal, circa i dipendenti da inserire e quelli da escludere, sono viziate. Il Giudice del Lavoro, sempre nella persona del dott. Lorenzo De Napoli, impone all’azienda di assumere direttamente un operaio (terzo in pochi giorni) presso il reparto Ima-Ovest, zona portuale, attualmente in cassa integrazione in quanto tra i lavoratori di Ilva in As.
Nuova conferma per l’Unione Sindacale di Base che, assistita dall’avvocato Soggia anche in questa vicenda giudiziaria, prende atto della sentenza con cui il Tribunale riconosce errori e ordina l’assunzione del lavoratore. Anche in questo caso, ciò non comporta alcuna perdita di posti di lavoro.
Ennesimo successo dell’Unione Sindacale di Base di Taranto che continua ad inanellare risultati giudiziari positivi nel segno della tutela dei lavoratori e della loro continuità occupazionale.
Coordinamento provinciale USB Taranto