Acciaierie d’Italia, incontro in Confindustria. USB: "Aspettative disattese"
Giovedì 10 marzo, nell'incontro tenuto in Confindustria, a Roma, su richiesta specifica di Acciaierie d'Italia con l'intento preciso di avviare la procedura di cassa straordinaria per 12 mesi, abbiamo assistito ad un teatrino piuttosto deprimente.
In buona sostanza si chiede ai lavoratori di fare ancora sacrifici: fatto che ci preoccupa non poco.
Ci è stato illustrato che, nel contesto attuale particolarmente problematico a causa del Covid-19 e della guerra che coinvolge l'Est Europa, la situazione economica dell'azienda è comunque positiva, considerati i 4,4 milioni di tonnellate di produzione, ed il possibile incremento nei prossimi due anni fino a 6 milioni di tonnellate, con l'aumento del 40% delle spedizioni sulle verticalizzazioni dei prodotti finiti.
In questo contesto però, ci chiedono di avallare una cassa integrazione per 3000 dipendenti, dimenticando di fatto il piano industriale sottoscritto il 06/09/2018 che garantiva la realizzazione di un piano ambientale condiviso con la Commissione europea, dopo sei mesi di attenta valutazione, e dopo diversi atti che avrebbero dovuto soddisfare le richieste della Regione Puglia e del Comune di Taranto.
In quel piano si prevedeva, per portare la produzione a 6 milioni di tonnellate, l'impiego di 8200 lavoratori a Taranto, ed il ritorno dei lavoratori ex Ilva in As nel ciclo produttivo, entro il 2023/2025.
Oggi queste aspettative di fatto vengono disattese, visto che i quasi 2000 lavoratori ex Ilva in AS tra Taranto e Genova non vengono nemmeno menzionati e intanto si fa richiesta di ulteriori 3000 unità da porre in cassa integrazione.
Di fronte a tutto ciò, il "piano" biennale che ci è stato presentato non ci sembra garantire un futuro alla società e soprattutto ai lavoratori. Serve assolutamente un confronto con il Governo, oggi assente, che chiede di rimandare il possibile passaggio di proprietà azionaria, permettendo ulteriori tagli senza avere nessuna strategia industriale.
Come USB, pretendiamo garanzie per tutti i lavoratori con un piano industriale che permetta di attuare un accordo di programma per la riconversione ecologica e per il futuro dei lavoratori.
Coordinamento USB Acciaierie d’Italia